Piccoli suggerimenti di lettura…

Articoli con tag ‘soprannaturale’

Edgar Allan Poe – I racconti del mistero, dell’incubo e del terrore

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Il gatto nero, La caduta della Casa Usher, L’uomo della folla, I delitti della Rue Morgue: sono soltanto alcuni dei migliori racconti creati dalla penna di uno degli scrittori più ispirati ma anche più incompresi della storia della letteratura. Poe, poeta visionario e “maledetto”. Visioni oniriche, creature soprannaturali, castelli, abbazie e tanto altro ancora nei suoi racconti. Che ci mettono di fronte ai lati più oscuri della mente, alle inquietudini che da sempre accompagnano l’uomo nel suo cammino. Nella brevità di ogni singolo racconto trova compiuta espressione un piccolo mondo a sé stante, un mondo fatto di sogni, simboli e rivelazioni inaspettate. Episodi che spesso lasciano il lettore sospeso a metà, con più interrogativi di quanti non riescano a risolverne. E poi ancora donne straordinarie e affascinanti (come Ligeia e Morella, protagoniste degli omonimi racconti) – nelle cui descrizioni si può leggere una bellissima anticipazione dei motivi vampireschi della produzione letteraria immediatamente successiva a Poe –, mascherate teatrali e grottesche (ne La mascherata della Morte Rossa e in Re Peste), presenze metafisiche e terribili (L’ombra). Tutto crea un’atmosfera senza tempo, sospesa nel breve spazio della visionarietà di un sogno, un’atmosfera che rievoca i fantasmi del doppio di Stevenson e Wilde. Una produzione geniale, quella di Poe, tutta da scoprire. O ri-scoprire. 

Samuel T. Coleridge – La ballata del vecchio marinaio

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Natura e soprannaturale, leggenda e storia umana si uniscono in una serie di simbologie che rendono la Ballata di Coleridge un classico della letteratura romantica inglese e non. Il vecchio marinaio racconta la propria storia, più fantastica che reale. Quello che sembrerebbe un classico resoconto di viaggio, si scopre in realtà un’ode alla natura e ai suoi misteri impenetrabili al cuore e alla mente dell’uomo. Il quale non può peccare di superbia, ribellandosi alle leggi eterne dell’universo, ma al contrario è necessario che le accetti e le rispetti. L’uccisione dell’albatros da parte del marinaio ha dunque il gusto di un racconto mitico. L’infrazione dell’ordine cosmico e supremo da parte del marinaio deve essere punita. Nello sguardo vivo e brillante del vecchio marinaio – glittering eye, come scrive Coleridge – è facile vedere un riflesso della sua condizione di “Ebreo errante”, di colui che, vagando senza sosta alcuna, deve ripetere il proprio rito di espiazione rievocando di quando in quando il peccato commesso. Solo così potrà forse riscattarsi agli occhi della Natura. Benevola eppure maligna.

Horace Walpole – Il castello di Otranto

ilcastellodiotrantoIl castello di Otranto di Walpole ha inaugurato un genere che avrà grande diffusione nel corso dell’Ottocento e che si chiuderà con il vampiro di Stoker: il romanzo gotico. L’opera di Walpole precorre i tempi e si pone a capostipite dei romanzi di Mary Shelley, di Lewis, di Polidori. Ne Il castello di Otranto ritroviamo in nuce tutte le caratteristiche salienti del genere gotico, caratteristiche che saranno riprese più o meno fedelmente dai vari successori di Walpole. Ambientazioni in luoghi remoti, “meridionali”, riferimenti a episodi e personaggi i cui confini sfumano tra la storia e la leggenda, ricorso a elementi soprannaturali. Tutti aspetti, questi, che esercitano una forte presa sull’immaginario inglese tra Sette e Ottocento, e che ben amalgamati concorrono alla creazione di atmosfere lugubri e ricche di mistero. Atmosfere notturne, che fanno appello all’inconscio del lettore e ne risvegliano timori e paure. E se il gotico ancor oggi ci affascina, lo dobbiamo alla fervida fantasia di Horace Walpole.