Piccoli suggerimenti di lettura…

Archivio per aprile, 2009

Alicia Giménez-Bartlett – Il silenzio dei chiostri

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La nuova indagine dell’ispettrice Petra Delicado è un giallo dalle atmosfere vagamente gotiche. Conventi, chiese, abbazie: luoghi nei quali la pace dello spirito regna sovrana. O meglio, dovrebbe. Dovrebbe perché l’apparente tranquillità della vita monastica viene sconvolta da un efferato delitto e dalla misteriosa scomparsa di una reliquia. Ma allora questo mondo di religiosità è davvero così virtuoso ed imperturbabile? Davvero le passioni e le tentazioni umane ne sono escluse? Intorno alla detective ogni strada sembra non avere una via d’uscita: luoghi chiusi e resi ancor più inaccessibili da un silenzio che in realtà copre una verità più concreta e umana che mai. Scorrevole e ben costruito, il punto forte di questo romanzo noir è l’intreccio costante tra i momenti diversi della vita privata e quelli di lavoro e di indagine di Petra Delicado. Tale efficace intreccio non ha il solo merito di rendere la lettura ancor più fluida e avvincente – alternando situazioni di suspense a momenti di più o meno tranquilla e rassicurante vita familiare – ma anche quello di restituire un’immagine più completa, più dolce e – perché no – più femminile della tenace e caparbia ispettrice. Un noir “al femminile” coinvolgente e appassionante.

Agatha Christie – Dieci piccoli indiani

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La signora del giallo. Maestra indiscussa del genere, Agatha Christie ha confezionato un nutritissimo numero di romanzi e racconti, e tra questi i Dieci piccoli indiani occupano uno dei posti privilegiati. Sorprendente la genialità con la quale la Christie tesse la trama del suo romanzo: una serie di decessi che avvengono in circostanze misteriose in un’isola disabitata. Luoghi chiusi, inaccessibili. Eppure dei dieci convitati non rimarrà nessuno. Chi ha commesso questa serie di misteriosi delitti e per quale motivo? Chi controlla ogni singola mossa delle vittime designate? E qual è l’oscuro e inquietante significato della filastrocca che dà il titolo al romanzo e che sembra annunciare il destino, ormai segnato, dei dieci ospiti di Nigger Island? Per dare una risposta a tutti questi interrogativi, il lettore dovrà arrivare fino alle ultime pagine soltanto dopo essere passato attraverso una lunga serie di congetture. Tutto ciò che a prima vista sembra inspiegabile e dovuto all’intervento di una non meglio specificata entità invisibile e soprannaturale, troverà poi una soluzione più che razionale al mistero. Perché questo è il giallo classico: ricomposizione dell’ordine sconvolto e trionfo della ragione. Un brivido momentaneo che spezza la quotidiana routine.

Luigi Pirandello – Sei personaggi in cerca d’autore

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Riflessione sul teatro e sulla vita, i Sei personaggi in cerca d’autore racchiudono tutta l’essenza del pensiero pirandelliano. Nella richiesta da parte dei sei stravaganti protagonisti di una potenziale messinscena c’è molto di più di una semplice riflessione sull’arte, sul teatro e sui suoi meccanismi. Se il compito del teatro, in un certo senso, è quello di rappresentare la vita, la tragicommedia di Pirandello si rivela magistrale. Non solo essa la rappresenta, ma anche ne arricchisce il significato, in una serie di rimandi che si celano dietro le parole dei personaggi – in particolare del Padre e della Figliastra. I sei bizzarri protagonisti chiedono di vivere. Ma qual è il significato di questa parola? Essi hanno già vissuto il proprio dramma, eppure chiedono di ripeterlo sulla scena. Ed ecco allora che emerge in tutta la sua evidenza una delle grandi questioni della poetica pirandelliana: il drammatico contrasto tra la vita in movimento, sfuggente, mutevole, e la forma, fissa, statica. Ma non solo. La forma è anche quella della parola che ingabbia costantemente il proprio significato e che altera la percezione del reale da parte di ognuno di noi. Mille, anzi, centomila personalità ogni volta differenti, come ci insegnano i personaggi dei grandi romanzi pirandelliani. E nelle parole del Padre risuona, nitida, l’eco delle considerazioni di Vitangelo Moscarda: “Il dramma per me è tutto qui, signore: nella coscienza che ho, che ciascuno di noi […] si crede «uno» ma non è vero: è «tanti», signore, «tanti», secondo le possibilità d’essere che sono in noi”.