Piccoli suggerimenti di lettura…

Articoli con tag ‘società’

Thomas Hardy – Un semplice interludio

UnSempliceInterludio

Pubblicata nel 1885 e apparsa soltanto oggi per la prima volta nel nostro Paese, questa short story di Hardy poco si discosta dai suoi grandi romanzi. Hardy dipinge brillantemente i chiaroscuri della “sua” società vittoriana. E la breve storia di cui Baptista Trewthen è protagonista ne è l’ennesima dimostrazione. Forse meno decisa e meno definita psicologicamente rispetto alle altre primedonne dei romanzi hardiani, Baptista si ritrova, suo malgrado, a seguire passivamente il corso degli eventi, a custodire un segreto inconfessabile al di sotto di una tranquillità di superficie. Splendida, a tal proposito, la breve descrizione della giovane donna in apertura del racconto: “Inutile cercare sul volto di lei quei colori e quelle sfumature che i cambiamenti repentini di situazioni dipingono sul viso di donne più emotive. […] Non vi era stata alcuna crisi, nei suoi primi anni di fanciulla, che svelasse cosa si nascondeva, come il metallo in fondo a una miniera, dentro di lei”. Attrice involontaria di una piccola tragedia a sfondo familiare (o forse sarebbe meglio parlare di commedia?), Baptista è una personalità mite e a tratti debole, alla quale il destino gioca uno scherzo crudele. Ma alla fine sarà proprio quello stesso destino a dare una mano alla sfortunata ragazza nel riprendere il corso di una vita “normale” dopo quel semplice interludio di un’avventura imprevista e imprevedibile. Nel ricomporre “Giorno dopo giorno la tragicommedia della sua esistenza”.

John Steinbeck – Uomini e topi

Uomini e topi

Romanzo brevissimo ma di intensa ispirazione. Uomini e topi contiene già nel titolo – con il richiamo alla poesia di Robert Burns, To A Mouse, On Turning Her Up In Her Nest With The Plough – il presagio di un epilogo negativo: il senso di fallimento di ogni progetto architettato dalla mente dell’uomo. George e Lennie, legati da un saldo vincolo di fraterna amicizia e di sincera solidarietà nonostante le profonde diversità di personalità e di carattere, sognano un avvenire che li riscatti dalla posizione subalterna in cui si vedono costretti a vivere, sempre alla ricerca di fattorie e proprietari ai quali prestare il proprio servizio. Ma questo non basta, i due vogliono vivere, essere essi stessi i padroni di quelle terre, progettano sogni e speranze di riscatto sociale. Sullo sfondo, la selvaggia e arida campagna californiana, il calore quasi opprimente del sole che si riversa sulla natura e, di rimando, sembra isolare gli uomini nella loro immobilità e nel loro destino tragico e ormai già segnato. Come incapaci di muoversi, la sola possibilità che è rimasta loro è quella di immaginare, immaginare un sogno che già sanno, in fondo, essere irrealizzabile. Fino al doloroso ma inevitabile epilogo. 

Goethe – Le affinità elettive

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Le affinità elettive. Probabilmente non il più famoso romanzo dello scrittore tedesco, ma forse il più poetico. Poetico perché Goethe dà voce ai moti dell’animo, alle relazioni interpersonali alle quali la vita ci spinge, ai meccanismi che regolano i rapporti tra gli esseri umani. In questo senso, volendo leggere il titolo come parte integrante del romanzo stesso, mai scelta fu più indovinata. Attraverso uno splendido accostamento tra l’uomo e la natura, Goethe ci induce a considerare la complessità del cuore umano, sempre in bilico tra l’essere e il dover essere, tra ciò che siamo nel profondo della nostra anima e ciò che la morale e la società ci impongono. Come elementi chimici, risentiamo degli influssi che esercitiamo vicendevolmente gli uni sugli altri, seguiamo le nostre inclinazioni, diamo vita a nuove e inaspettate alchimie. E allora, di nuovo, ci ritroviamo di fronte al dilemma: cuore o ragione? Si potrebbe rispondere – parafrasando il grande Pascal – che il cuore ha le proprie ragioni precluse alla ragione stessa. Si potrebbe rispondere che necessariamente il sentimento deve fare posto alla legittimità della morale. Il romanzo diventa strumento di riflessione e scandaglio del cuore e della mente. Il tutto per mezzo di massime e osservazioni di gusto a tratti filosofico che sono caratteristica essenziale dello stile di Goethe. Intenso, lirico, ispirato.

Aldous Huxley – Il mondo nuovo

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1932. Huxley scrive un romanzo a dir poco avveniristico. Immagina una società perfetta da ogni punto di vista, senza ombre, in cui il benessere regna sovrano e il dio progresso è l’unico credo. Una sorta di paradiso. Ma cosa succede quando un individuo di una società ritenuta “selvaggia” – e perciò inferiore – viene a contatto con questo mondo? Ovviamente il tentativo del Selvaggio di promuovere un interscambio positivo di valori tra le due realtà è del tutto inutile – e qui ci tornano in mente situazioni e personaggi dei quali Orwell scriverà anni dopo. Ma quelle create da Huxley sono atmosfere molto vicine alla fantascienza, tanto più inattese se si pensa all’epoca in cui il Il mondo nuovo viene concepito e realizzato. Di certo una buona chiave di lettura, nonché un ottimo spunto di riflessione, ci viene dall’epigrafe che apre il romanzo. Davvero le utopie ci aiutano a vivere meglio e ad avere una fiducia incondizionata nel presente e nel futuro più prossimo? Davvero ci fanno sentire più coscienti di noi stessi e dunque più liberi? O forse la libertà è un bene più prezioso di quanto si possa immaginare e che non può essere racchiuso in vuoti stereotipi? Meglio essere un po’ meno perfetti. Ma più liberi. 

Niccolò Machiavelli – Il Principe

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Quali sono le qualità che un capo politico deve possedere? Quali le caratteristiche imprescindibili di buon governo? Tutto questo e molto altro nel trattato politico del Segretario fiorentino. Umanista e uomo politico, Machiavelli affronta con acume e lucidità le problematiche relative alla definizione di governo, inteso nel senso più autentico. Autentico nella sua ricaduta “sociale”, autentico nella descrizione delle dinamiche e dei rapporti che regolano la vita politica nella sua generalità. Nella sua prosa scorrevole ma attenta alle fondamentali regole imposte dalla retorica classica, Machiavelli analizza con precisione le doti fondamentali che non possono mancare in chi governa. Ma attenzione. Pur nella citazione di esempi e nomi contemporanei, non sfugge un particolare. Cioè di come, andando oltre una certa finalità pratica, il trattato affronti problematiche che prescindono dalla contingenza storica per porsi al di là di essa. Le riflessioni sulla natura dell’uomo, si sa, non muoiono mai. Al contrario. Si fanno sempre più vive anche tra le pagine di opere che non ci aspetteremmo. Allora dovremmo forse tenere cari gli insegnamenti che abbiamo ereditato dal mondo classico. Aristotele sosteneva che l’uomo è fatto per vivere in società. Affermazione più che mai attuale. E che ci spinge a ripensare – sulle orme di Machiavelli – sui fondamenti del vero vivere in comune.

Denis Diderot – La religiosa

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Conosciamo tutti il Diderot animatore dell’Illuminismo e padre dell’Enciclopedia. Ma l’intellettuale francese è pure l’autore di questo breve romanzo, noto anche con il titolo de La monaca. Nella storia di Susanna, giovane ragazza destinata alla vita claustrale, è facile rintracciare la critica di Diderot alla religione e alle sue forme esteriori. La ragione di stampo illuministico contro la religione vista come imposizione. Descrivendo la vita monastica attraverso gli occhi della protagonista, l’autore denuncia una realtà assai diffusa all’epoca, vale a dire quella della forzata reclusione in convento di giovani donne, spesso di nobili origini, ad opera di famiglie tese a mantenere il prestigio sociale del proprio casato. La vita in convento poteva garantire un consolidamento della posizione sociale delle ricche e nobili famiglie: in effetti è noto che superiore e badesse avevano grande influenza anche al di fuori delle mura dei monasteri. Ma il prezzo da pagare per raggiungere questo prestigio spesso era molto, troppo alto. Voleva dire perdere la propria libertà. La storia di Susanna ne è un esempio. La ragazza cerca in ogni modo di ribellarsi a ciò che le viene imposto e alla fine riuscirà nel suo intento, fuggendo e ricominciando una nuova vita. Leggendo La religiosa, però, non può sfuggire una considerazione: come non pensare all’episodio di Gertrude ne I promessi sposi? E allora il romanzo di Diderot può anche essere letto come un valido predecessore di uno dei capolavori della nostra letteratura.

George Orwell – 1984

1984

Sorprendentemente attuale. Ecco come si presenta il romanzo capolavoro di Orwell, volendo descriverlo in poche parole. Sorprendentemente attuale perché se si pensa che questo romanzo è stato concepito e scritto sessant’anni or sono, non si può non trovare un riscontro nella realtà di oggi. In un mondo in cui il potere dei media, spesso portavoce di qualsivoglia tipo di ideologia, si fa sempre più forte e invadente, è facile sentirsi, in fin dei conti, dei nuovi Winston sotto la lente di ingrandimento di quel “padrone assoluto”, di quel Grande Fratello che tutto osserva e tutto orchestra. Di quel Grande Fratello che, al di sotto di un’apparente ma allettante maschera benevola, in realtà nasconde il volto inquietante di un potere in grado di assoggettare l’inconsapevole uomo moderno. Nell’epopea di Winston, il tormentato protagonista, si rintraccia la volontà (o perlomeno il tentativo) di ribellione nei confronti di una società inglobante, il cui fine ultimo altro non è che la massificazione dell’individuo, a scapito di ogni tipo di libertà. Ma Orwell, in una visione lucida e disincantata, non offre un lieto fine consolatorio, né tantomeno una risposta definitiva. Al contrario, il fallimento di Winston non fa altro che gettare un’ombra inquietante, un nuovo interrogativo sulla nostra esistenza di uomini moderni. Quasi nuovo Icaro che troppo ha osato, il nostro eroe finisce irrimediabilmente per essere punito. Ma esiste punizione peggiore della riammissione finale nel mondo di Oceania? E della definitiva presa di coscienza che ogni tentativo di ribellione è vano, perciò tanto vale accettare di essere parte di questo mondo? Un romanzo attuale. Sorprendentemente attuale. E per riflettere.