Robert Louis Stevenson – Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde
Il breve romanzo firmato Stevenson ci porta alla scoperta del carattere distintivo della psiche umana: il dualismo tra il bene e il male. Che lo scontro tra queste due facce della medaglia non sia una tematica nuova in letteratura, è un dato di fatto. Tuttavia Stevenson la affronta in un modo del tutto personale. E la chimica, da poco affacciatasi al mondo moderno, diventa il lato inquietante di una scienza che non si configura come positiva e portatrice di benessere, al contrario. La nuova scienza può essere anche sconosciuta e pericolosa, uno strumento che apre un abisso sul versante oscuro della personalità e che pone l’uomo razionale in netto contrasto con l’Altro da sé. Ciò risulta tanto più inquietante se si pensa che il male può irrompere improvvisamente da un momento all’altro, sgretolando quella superficie di apparente normalità che caratterizza la Londra di fine secolo. Ed ecco che l’Altro diventa ancora una volta il mostro per eccellenza, l’elemento negativo da estirpare a tutti i costi e con ogni mezzo (sia esso la scienza o la magia). Si ripropone allora di nuovo l’interrogativo: è possibile separare e sconfiggere il male insito nella natura umana? Se l’uomo altro non è che la risultante di due dimensioni antitetiche, come risolvere il problema fondamentale sull’esistenza? Il caso del dottor Jekyll e del suo alter ego non è soltanto una storia fantastica. È una manifestazione di quell’inquietudine di fine secolo che forse ancora oggi ci appartiene. Almeno in parte.